Morti sul lavoro, il Sud è più insicuro: Crotone la provincia più colpita

Il 28 aprile è la Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro. Tumori più diffusi al Nord, tra le malattie professionali, ma è Taranto a registrare il valore assoluto maggiore. L’anno scorso gli infortuni sono stati 641mila, quelli mortali sono saliti del 10 per cento

Nel Mezzogiorno italiano è più alto il rischio di morire sul lavoro, il Nord ha un tasso maggiore di malattie professionali tumorali ma la patria dell’Ilva, Taranto, spicca per il numero assoluto di malattie cancerogene.

Gli incidenti, a Crotone record per quelli mortali

Alla vigilia della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza nei luoghi del lavoro voluta dall’Ilo, i dati elaborati dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del lavoro su base Inail dicono che nell’ultimo biennio, il 2017-2018, “il maggior numero di infortuni mortali di lavoratori si registra nella provincia di Crotone (6,3 ogni mille) e, a seguire, nelle province di Isernia (5,9‰) e Campobasso (4,7‰)”. Il Sud è dunque in testa per l’incidenza degli infortuni in occasione di lavoro con esito mortale, “probabilmente”, dicono gli esperti, “per la scarsa attenzione alle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e per la maggiore concentrazione delle occasioni di lavoro nei settori a rischio (agricoltura e costruzioni)”. A Biella, negli ultimi due anni non si sono registrati incidenti mortali.

Nel solo 2018, quasi quattro lavoratori su cento – tra quelli iscritti all’assicurazione Inail – hanno subito un incidente. Si tratta di 641mila persone, se vivessero tutte insieme farebbero una città come Palermo. Ricordano gli statistici che l’aumento dell’occupazione degli ultimi anni ha un peso nella crescita delle denunce registrate (+0,9% sul 2017), mentre è confortante il calo della quota di incidenti: si consideri che nel 2013 eravamo al 4,4% dei lavoratori.

Ogni mille infortuni, 1,8 hanno comportato la morte del lavoratore: pesano, nell’ultima statistica, gli eventi che per le tabelle sono “plurimi” quali il Ponte Morandi. Anche per quella tragedia, i decessi registrati dall’Inail nel 2018 sono arrivati a 1.133 (786 in occasione di lavoro) e rispetto al 2017 si è visto un balzo del 10 per cento.

Gli incidenti “in itinere”, ovvero nel tragitto tra casa e luogo di lavoro o viceversa, sono più rischiosi (3,4 su mille mortali). E l’uso di mezzi di trasporto è strettamente connesso ai decessi sul lavoro, tanto che tra gli incidenti di questa tipologia la ricorrenza di casi mortali sale oltre 11 ogni mille.

Se il Nord è l’area dove si concentra la maggior parte delle denunce, la mappa si capovolge osservando la gravità dei casi e quindi l’incidenza di morti ogni mille infortuni: il Settentrione diventa infatti l’area più sicura (1,2‰), il Centro replica la media nazionale (1,4‰) mentre il Mezzogiorno registra una incidenza molto più elevata di morti rispetto agli infortuni denunciati (2,2‰). Il Molise guida la classifica delle regioni a più alto rischio di vita durante l’attività lavorativa (5,8‰), seguita dalla Calabria (3,9‰) e dalla Basilicata (3,7‰).

Casi di tumore: sette province del Nord in testa. L’eccezione di Taranto

Sono nove, di cui sette al Nord, le province che invece si distinguono tristemente per l’incidenza dei tumori sul totale delle malattie professionali. In larga parte (70% dei casi) l’origine dei casi è da addebitare all’amianto. Il dato in questione fa riferimento al solo 2018 e vede la provincia di Gorizia in cima a quelle con maggior tasso di malattie professionali tumorali (22,5%), seguita dalle province di Torino (18,5%), Novara e Milano (18,4%). “A causare patologie cancerogene nei lavoratori sono soprattutto le fibre di amianto (oltre il 70% dei casi), in particolare nell’industria metalmeccanica”, dice l’Osservatorio.

“La maglia nera”, specificano però i Consulenti, “per il numero assoluto di malattie cancerogene imputabili all’attività lavorativa spetta a Taranto, seguita da Torino, Napoli, Milano, Genova e Venezia. Nel tarantino il 70% dei tumori denunciati è correlato al settore metalmeccanico: quota che supera l’80% nelle province di Genova (83%), Venezia (87%), Brescia (85%) e Gorizia (93%)”. La città pugliese si colloca al quattordicesimo posto per tasso di malattie professionali tumorali, ma è la prima provincia italiana per numero assoluto di malattie professionali di tipo tumorale: 164 nel solo 2018, seguita da Torino (152), Napoli (106) e Milano (97). Negli ultimi cinque anni, sia a Taranto che a livello nazionale il numero di tumori denunciati come malattie professionale è sceso: nel 2014 erano 218 a Taranto, 275 a Torino, solo per citare alcuni esempi. L’aggregato italiano parla di un -19 per cento dal 2014 all’anno scorso.

Il presidente della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, a commento dell’indagine ha ricordato come, pur in presenza di una maggiore attenzione da parte delle imprese negli ultimi anni, “la sicurezza sul lavoro resta una scommessa da vincere al Sud come al Nord”. Il governo ha tagliato del 32% le tariffe Inail con l’ultima Manovra e per De Luca “va nella direzione – giusta – di ridurre il cuneo fiscale sulle imprese senza andare a discapito della sicurezza. Ma a questo bisognerebbe aggiungere incentivi e misure che accrescano la prevenzione degli infortuni sul lavoro; ma anche l’ineludibile rivisitazione del Testo Unico con la semplificazione degli oneri burocratici e formali a carico delle piccole e micro aziende, fermo restando le garanzie di sicurezza unite a un adeguato quadro sanzionatorio. Bisogna poi favorire la formazione”. (fonte:repubblica.it)

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