Inps senza testa, bloccate le dichiarazioni dei pensionati
Il messaggio dell’Istituto ai Centri di assistenza fiscale (Caf): in assenza di un legale rappresentante non possiamo rilasciare le Certificazioni uniche
Si
sta protraendo (e complicando) la partita per la nomina di un
commissario Inps, destinato a diventarne presidente. Se il M5s ha
spuntato l’accordo per il professor Pasquale Tridico, padre ideale
del Reddito di cittadinanza, in sella all’Istituto della previdenza
nel dopo-Boeri, la rinuncia
da parte di Nori (in
quota Lega) per occupare la poltrona di vice è una grana da
risolvere per l’esecutivo.
Intanto,
però, l’operatività inizia a risentire di questa vacatio. Mentre la
macchina di quota 100 e del Reddito di cittadinanza è partita senza
per ora mostrare stress amministrativi (anche se siamo ancora alla
fase istruttoria, non di erogazione vera e propria dei sussidi), dai
Caf arriva un allarme sulle dichiarazioni dei redditi dei pensionati.
Ai Centri per l’assistenza fiscale era arrivata una comunicazione, il
mese scorso, che avvertiva la messa a disposizione delle Cu: si
tratta della Certificazione Unica, il documento col quale l’Inps
certifica ai pensionati qual è stato il reddito previdenziale che
hanno incassato nell’anno precedente. Un documento, che arriva anche
dal datore di lavoro ai dipendenti, fondamentale per fare la
dichiarazione dei redditi.
Ebbene,
le Cu dovevano esser disponibili alla fine di febbraio, ma l’Istituto
chiedeva ai Caf di “prelevarle” dagli archivi Inps solo
dopo il 12 marzo, per evitare una sovrapposizione con la
comunicazione da parte della stessa Inps all’Agenzia delle Entrate
dei dati sulla precompilata.
Trascorsi
questi termini e giunti a ieri, 13 marzo, dall’Inps è però arrivata
ai Caf una nuova comunicazione. Nella quale si specifica che l’Inps
ha predisposto le Cu del 2019, fin dal 28 febbraio scorso. Però non
potranno essere “immediatamente a disposizione in quanto, allo
stato, non è possibile indicare sulle stesse il nominativo del
legale rappresentante dell’istituto”. L’Istituto assicura che
basteranno due giorni lavorativi, dopo la nomina, per mettere a posto
le cose. Intanto, però, si accumulano faldoni che potrebbero
diventare un ingorgo.
(fonte: repubblica)